scorza

 Ciò che di me sapeste

non fu che la scialbatura,

la tonaca che riveste

la nostra umana ventura.


Ed era forse oltre il telo

l'azzurro tranquillo;

vietava il limpido cielo

solo un sigillo.


0 vero c'era il falòtico

mutarsi della mia vita,

lo schiudersi d'un'ignita

zolla che mai vedrò.


Restò così questa scorza

la vera mia sostanza;

il fuoco che non si smorza

per me si chiamò: l'ignoranza.


Se un'ombra scorgete, non è

un'ombra - ma quella io sono.

Potessi spiccarla da me,

offrirvela in dono.